Soddisfatti del lavoro fatto
SCOTTI E CASTELLI

CARACAS – Abiti blu, visi seri ma anche qualche sorriso, parole pronunciate sottovoce ed il parlottio confuso e indecifrabile che le porte chiuse delle sale non riescono a contenere.


Nei corridoi dell’austero Hotel Melia c’è un insolito viavai di gente. Non sono gli ospiti di sempre, ma funzionari, operatori economici, dirigenti delle grandi aziende, polizia e guardie del corpo. Mentre in una delle sale al secondo piano il ministro degli Esteri, Franco Frattini, incontra gli esponenti della nostra collettività - una cinquantina contando anche chi è stato invitato ma non è presente – poco più in là c’è chi lavora alla stesura dei documenti finali. Ormai mancano poche ore alla firma ufficiale degli accordi; firma a carico dei ministri Franco Frattini e Nicolàs Maduro.

E, proprio nei corridoi dell’Hotel, durante una breve pausa dei lavori, incontriamo i sottosegretari Vincenzo Scotti e Roberto Castelli.

- Come accade sempre in ogni negoziato – spiega il sottosegretario Scotti, che si è speso per la buona riuscita dell’incontro del Consiglio Italo-Venezolano – il rush finale, quando bisogna mettere nero su bianco, è il più difficile. Gli accordi sono tanti, vanno da quelli di carattere economico a quelli invece infrastrutturali; dalla cultura e la cooperazione scientifica al turismo e l’energia. Sono tante le materie sulle quali si sta lavorando...

Il sottosegretario Scotti, con evidente soddisfazione, fa anche riferimento al pagamento degli arretrati, dei debiti accumulati dal Venezuela, alle aziende italiane. Ci dice che una parte era stata già sbloccata di recente mentre, ora, si discute sulle riscossioni per il futuro. Spiega:

- E’ in analisi un meccanismo di finanziamento che consenta di realizzare un programma di infrastrutture consistenti in Venezuela

- Le aziende piccole risentono della carenza di un flusso di valuta che permetta loro di acquistare all’estero materia prima, senza la quale sono destinate a chiudere. E’ stato affrontato l’argomento?

- Se ne è discusso a lungo – sottolinea –. Era uno degli argomenti centrali; uno dei punti cardini del negoziato. Si studia come alcuni impegni possano essere formalizzati in questa sede. Comunque, è stato accettato che ci sia un esame caso per caso.

Per quel che riguarda la garanzia della proprietà il sottosegretario assicura che anche questo è stato argomento di dibattito.

- E’ stato un aspetto rilevante dei negoziati, con un importante contenuto politico – ci spiega.

Dal canto suo, il sottosegretario Castelli assicura che nel tavolo di lavoro riservato all’infrastruttura si è lavorato in grande armonia. Sottolinea che non “ci sono state difficoltà”

- Quali sono stati, a suo giudizio, gli aspetti più complessi dei negoziati?

- Più che difficili o complessi – ci corregge –, direi interessanti. Le aziende italiane hanno la possibilità di partecipare come protagoniste al grande programma di infrastrutturazione del Venezuela. Questo è il tema di cui ci stiamo occupando. Le autorità venezolane stanno progettando questo grande piano di infrastrutture e le assicuro che noi abbiamo non solo la volontà ma anche l’impegno di affiancarle nelle operazioni. Noi pensiamo che l’Italia ne abbia la capacità tecnologica. E poi, ci aiutano l’amicizia tra i due Paesi e l’affinità culturale. Fa notare che le aziende italiane lavorano nel paese da più di 30 anni.

-In termini concreti, di quanto stiamo parlando? Quale sarà l’ammontare dei lavori?

- Si sta parlando di circa 120 miliardi di dollari – ci dice -. Quindi una cifra veramente interessante. E’ chiaro che quando si parla di grandi opere e di grandi imprese ci sono difficoltà. Ma – aggiunge sorridendo – se fosse molto facile tutti sarebbero capaci di farle. Al momento sono veramente soddisfatto. Un argomento che non poteva assolutamente essere ignorato è quello che interessa la manovra economica in Italia, una manovra che richiederà tanti sacrifici agli italiani.

- Il dato di fatto che registriamo – afferma il sottosegretario Castelli - è che c’è una grande crisi mondiale. Quindi, i governi più responsabili devono adeguare i loro bilanci alle nuove realtà. Questo significa che tutti dobbiamo spendere un po’ meno. Ed è quello che il governo
sta facendo. I tagli sono per limitare, contenere le spese. Spiega che se l’economia arretra “tutti dobbiamo fare un passo indietro”. L’alternativa è il default ed è ovvio che a nessuno piaccia.

- Approvo la manovra – aggiunge per concludere.

- Sono d’accordo con i provvedimenti decisi dal Governo. Questi comportano un sacrificio anche personale. Sono un deputato ed il mio stipendio subirà una riduzione. Credo, anzi, sono convinto che l’esempio deve venire dalla classe dirigente.


Fonte: La Voce d'Italia
Pubblicata 28 maggio 2010