Si apriranno con la deposizione da parte del capo dello Stato Giorgio Napolitano di una corona all’altare della Patria a Roma le celebrazioni oggi del 68° anniversario della Liberazione. Ma la cerimonia, a cui saranno presenti anche i presidenti di Camera e Senato, Laura Boldrini e Pietro Grasso, come di consueto sarà solo la prima delle tante manifestazioni che si terranno in tutta Italia per ricordare il giorno del 1945 in cui i partigiani, con il sostegno degli Alleati, entrarono vittoriosi nelle principali città del nord Italia. Manifestazioni a cui parteciperanno anche politici, compresi i parlamentari del M5S, che hanno però deciso di essere presenti alle cerimonie come semplici cittadini, non in prima fila e sui palchi.
Giorgio Napolitano subito dopo essere stato all’altare della Patria, sarà a via Tasso a Roma per l’inaugurazione del nuovo allestimento del Museo storico della Liberazione. A Marzabotto, teatro della strage che si consumò nel settembre del 1944 con l’uccisione da parte delle milizie nazifasciste di circa 800 persone per rappresaglia contro i partigiani della Brigata Stella Rossa, la cerimonia vedrà la partecipazione di Grasso, della leader della Cgil Susanna Camusso e di Cecilia Strada, ma anche della madre di Federico Aldrovandi, Patrizia Moretti, e del sindaco di Lampedusa Giusi Nicolini. A Milano il tradizionale corteo da porta Venezia a piazza Duomo e la successiva manifestazione saranno chiusi dall’intervento di Boldrini, che terrà un’orazione commemorativa anche a Genova. Il 25 aprile ”non è solo memoria, ma attualita”’, sottolinea l’Arci, che assieme all’Associazione nazionale partigiani ha organizzato iniziative in tutta Italia.
Ex partigiana: “Si stanno perdendo il valori della resistenza”
- Certo che la nostra è proprio una generazione di ferro – sorride l’ex staffetta partigiana Marisa Ombra, ma è un sorriso amaro il suo, mentre parla degli ultimi sviluppi politici del Paese, del ruolo centrale giocato da Giorgio Napolitano nel cercare di farlo uscire dal pantano.
C’e’ appena un mese e mezzo di distanza tra la sua data di nascita, il 30 aprile 1925, e quella del presidente della Repubblica ed ”è terrificante – dice – che si debba ricorrere ancora a quella generazione per rimettere in piedi questo Paese”.
- E per fortuna – afferma sorridendo – che abbiamo un signor Napolitano che molto severamente ha detto ai partiti: ‘attenzione, avete abdicato al vostro dovere’. Speriamo che quello che è successo l’altro giorno alla Camera abbia un seguito. Abbiamo dovuto scalare le montagne per insegnare alla gente il primo abc della democrazia – commenta con un pizzico di amarezza – E oggi, anche se non si può parlare di regime, si sta perdendo tutto. In giro – denuncia la vice presidente nazionale dell’Anpi – ci sono idee molto confuse e anche un po’ inquietanti.
Il dito è puntato contro il Movimento 5 stelle.
- Quando sento parlare di marcia su Roma, quando vedo un gruppo di passanti fermarsi davanti a un ristorante dove un signore (Dario Franceschini, ndr) sta cenando, e lo indica a dito, io mi impressiono – sostiene con un filo di voce -. Tra quelle parole e il manganello non c’è poi tanta differenza. Quando vedo che Fassina esce dal Parlamento dopo avere esercitato il suo dovere e viene assalito con parole truculente, che differenza c’è tra questo e il primo squadrismo?.
Quindi ammonisce:
- Basta che emerga un tipo carismatico, mitico, e la gente si fa trascinare – ammonisce – sono turbata e spaventata.
Per questo, spiega, è ”fondamentale” conservare la memoria del fascismo, della Resistenza, per questo bisogna celebrare ancora il 25 aprile. Ma agganciando “questa memoria al presente, e soprattutto dando una scossa alle nuove generazioni”.
- Noi siamo stati obbligati a una scelta – dice – ma c’era un senso del futuro. Oggi tra i giovani c’è solo il vuoto, o al massimo un senso di rivolta che resta individuale, non organizzata, non civile.
Con amarezza conclude
- Bisogna ricostruire tutto.