La visita conoscitiva della delegazione, come ha illustrato il Senatore Giuseppe Pagano alla Voce, ha avuto lo scopo di “sviluppare degli incontri con i patronati e capire quali interventi apporre per lo sviluppo della lingua e della cultura italiana all’estero”.
CARACAS – L’obiettivo della presenza di una delegazione del Senato italiano in America Latina (prima del Venezuela i parlamentari sono stati in Argentina e Brasile) è stato quello di far conoscere alla politica italiana, e cioè ai senatori non eletti con il voto degli italiani all’estero, le nostre realtà in questo spicchio del mondo. Come si ripete sovente gli italiani all’estero sono una risorsa per l’Italia, ma la politica italiana, a volte, la trascura per ignoranza. Il bilancio di questo viaggio con un’agenda fitta d’incontri, anche stando ai senatori avvicinati dalla Voce, può quindi solo considerarsi positivo.La visita conoscitiva della delegazione, come ha illustrato il Senatore Giuseppe Pagano alla Voce, ha avuto lo scopo di “sviluppare degli incontri con i patronati e capire quali interventi apporre per lo sviluppo della lingua e della cultura italiana all’estero”.
Chi si è occupata unicamente dell’aspetto culturale è stata la senatrice Michela Montevecchi della VII Commissione degli affari culturali del Senato Italiano.
– La promozione e lo sviluppo della cultura e della lingua italiana all’estero – ha spiegato – sono fondamentali, non possiamo far perdere le radici ai figli degli immigrati.
In un incontro privato con i rappresentanti dei patronati, si è parlato molto del problema delle pensioni. Non è possibile che un pensionato percepisca solo 2 euro di pensione al mese e lo stesso Micheloni ne è consapevole.
– Abbiamo ascoltato con molta attenzione le problematiche dei pensionati italiani in Venezuela – ha assicurato -. É una questione molto delicata, che va affrontata con la massima urgenza perché non possiamo lasciare i nostri connazionali in stato di povertà dopo tanti anni di lavoro e sacrificio.
Ma non è solo la questione delle pensioni che impensierisce la comunità italiana. I presenti all’incontro nel Centro Italiano Venezolano di Caracas hanno avuto la possibiltà di esporre pubblicamente le loro idee ed i loro quesiti ai senatori raccontando una realtà complicata, rischiosa ed angosciante. In sala si sono vissuti anche attimi di forte commozione perchè è chiaro: la comunità italiana in questo momento è angosciata, spaventata
dalla situazione attuale del paese, dove la vita non ha prezzo e si guarda al futuro semplicemente pensando al giorno dopo. Non oltre, non è possibile farlo.
– Abbiamo paura, io non so se mio figlio quando esce da casa torna vivo. La situazione qui è drammatica, ci sentiamo soli. Non abbiamo niente. Ci sentiamo orfani, abbandonati dalle istituzioni italiane che non fanno nulla per proteggerci. Dopo tutto il contributo economico che abbiamo dato all’Italia, inviando rimesse e investendovi i nostri soldi, non abbiamo avuto nulla. Non chiedo niente. Desidero solo che mi si prenda in considerazione – questo lo sfogo del signor Francesco Castiglione. Ma non è l’unico a denunciare il senso di abbandono della comunità italiana; soprattutto non è l’unico a denunciare i drammi familiari che si consumano ogni giorno tra i nostri connazionali.
– Sono 51 anni che vivo in Venezuela – racconta ai senatori il sig. Ambrosino Russo – i miei figli sono scappati dal Venezuela. Qui non c’è futuro. Hanno avuto paura di viverci. Per fortuna hanno studiato e si sono laureati. Adesso uno vive in Messico e un’altra in Spagna. Volevano vivere in Italia, in quanto cittadini italiani, ma i titoli di studio ottenuti in Venezuela non sono stati certificati in Italia, cosa che invece hanno fatto in Spagna. Non è possibile. Alla mia domanda, non ho avuto risposta dall’Italia. Non c’è stata data alcuna spiegazione.
Ma il dolore della comunità italiana si percepisce, in maniera commovente, attraverso le parole della signora Marisa Vannini:
– Siamo tutti cittadini italiani. I nostri figli, i nostri nipoti hanno sangue italiano. Quindi, meritano di avere la cittadinanza italiana. Non è giusto che, a causa di una legge assurda, io abbia una figlia cittadina italiana e l’altra no. Come si può fare una distinzione all’interno della stessa famiglia? Io ho il diritto di sentirmi italiana!
Ma i problemi sono tanti, e non riguardano solo l’insicurezza, la certificazione degli studi e la cittadinanza. La rabbia è tanta ed esplode ad ogni intervento; sempre in maniera composta ed educata. Le denunce sono tante.
Piovono lamentele sulla Rai.
– C’è un assoluto disinteresse della Rai sul Venezuela – racconta il signor Giuliano Giulianelli –. Non è possibile che si continuino a dare notizie solo sul Canada, Stati Uniti, Argentina e Brasile. Io se voglio informarmi su quel che accade in Venezuela devo seguire la televisione spagnola o quella tedesca. Io che sono qui non riesco ad informarmi attraverso la Rai sul mio paese. Come possono gli italiani sapere cosa sta accadendo in Venezuela?.
E dopo la Rai tocca all’Alitalia:
– La nostra compagnia di bandiera ci ha totalmente abbandonati. Gli uffici in Venezuela non funzionano. Sono stati abbandonati al loro destino. C’è un solo volo a settimana ed in più i prezzi sono altissimi. Non si può speculare sulla vita di noi italiani. Non si viaggia solo per piacere, ma anche per necessità. A volte ci sono problemi gravi da risolvere; perdite affettive in Italia che comportano il dover affrontare obbligatoriamente un viaggio, che allo stato attuale delle cose, in molti non si possono permettere. Ci sono persone con gravi problemi di salute o economici che non possono più viaggiare. Se gli aerei partono quasi vuoti perchè non
creare uno sportello di beneficienza per queste persone?
Le denunce sono tante e colpiscono anche il Consolato. La comunità si lamenta di servizi a volte inefficienti e di mancanza di aiuto da parte del personale del Consolato, ma qui interivene l’Ambasciatore Paolo Serpi, che difende a spada tratta il consolato con parole che ricordano il consueto ed irritante “volemoce bene”. Ma, nel fondo, non ha tutti torti quando parla di “personale numericamente insufficiente”, anche se a volte basta un sorriso, una parola di comprensione, un po’ di pazienza per tranquilizzare l’utente.
– Dobbiamo essere uniti. Lo so è un momento difficile. E’ in questi momenti che si deve combattere e bisogna farlo insieme. C’è una mancanza di fondi da parte dell’Italia. il Consolato opera in una situazione difficile, con personale numericamente insufficiente, non attaccate quelli che ci sono.
È stato dato spazio anche ai giovani attraverso le parole di Antonella Pinto:
– Abbiamo scritto una lettera che vi consegniamo, ma lasciatemi esprimere le preoccupazioni di noi giovani italo-venezuelani: viviamo nell’incertezza, il mondo corre veloce, ma in Venezuela sembra che il tempo si sia fermato. Il futuro non ci è chiaro, aiutateci, fateci sentire la vostra presenza.
È stato denunciato attraverso le parole di Umberto Calabrese anche il rischio che ogni giorno corrono i giornalisti in Venezuela:
– Non è possibile che in Italia nessuno si occupi di questo problema. I giornalisti qui rischiano la vita tutti i giorni semplicemente perchè fanno il proprio lavoro. Non è possibile che in Italia non se ne sappia nulla. Al vostro ritorno convocate una conferenza stampa, affinchè le parole non rimangano tali, la gente in Italia deve sapere quello che sta accadendo qui.
Gli italiani, insomma si sentono abbandonati dalla madrepatria ma il panorama della situazione era stato esposto in maniera chiara dal Presidente del Centro Italiano Venezuelano Carlo Villino. Nel prendere la parola per aprire l’incontro e dare istituzionalmente il benvenuto alla delegazione italiana in Venezuela ha detto:
– Sono ormai 150 anni che gli italiani emigrano in questo paese. Siamo cresciuti con la consapevolezza che emigrare è sempre perdere, ma non è così. In questo paese ci sono 4 milioni di italiani, il 13% della popolazione. Una fetta importante della società, che prevalentemente ne costituisce il ceto medio, quello più attaccato dall’attuale crisi economica, politica e sociale che sta distruggendo il paese. Abbiamo oltre 30 centri sparsi nel paese Abbiamo messo valore, forza ed impegno per arrivare ad ottenere determinati risultati, per essere quello che siamo oggi. E ci è costato tanto sudore e sangue, qui siamo stati sempre ben accolti, ma nessuno ci ha regalato niente. Oggi tutti questi sacrifici rischiano di essere buttati al vento.
Il Senatore Micheloni si presenta alla comunità in maniera convincente. Si percepisce, attraverso le sue parole, che capisce bene cosa significa essere figli di emigrati, cosa vuol dire aver lasciato la propria terra, il sacrificio infinito di questa scelta. È qualcosa che non può essere raccontato, non può essere spiegato, solo chi lo ha vissuto sulla propria pelle può capire che significa essere un espatriato.
– Sono figlio di immigrati – ha subito detto -. Se siamo qui è perchè vogliamo far conoscere la realtà degli italiani all’estero anche ai senatori eletti in Italia. E così le problematiche degli immigrati possano essere analizzate con maggior consapevolezza in Parlamento. Io sono orgoglioso di essere figlio di emigrati. Capisco la vostra rabbia; una rabbia verso la patria che non è cattiva, ma semplicemente frutto delle potenzialità inespresse. E’ una rabbia che ci fa male dentro. Siamo noi gli artefici del miracolo economico italiano del dopoguerra. I nostri genitori erano quelli delle rimesse, proprio quelle rimesse che sono state utili all’Italia per risollevarsi. Vogliamo – ha proseguito – riportare il senso che c’è un pezzo d’Italia fuori dall’Italia. Non elemosiniamo nulla. Vogliamo solo far capire che non siamo un costo, ma un investimento. Insomma, una risorsa da ‘sfruttare’. Si parla tanto di made in Italy, ma chi ha portato i prodotti italiani all’estero? Noi, gli immigrati!
Assicura che la delegazione ha capito quanto sia complessa la situazione in Venezuela.
– Siamo rimasti colpiti dalle difficoltà – ha quindi rilevato per poi aggiungere:
– il nostro dovere era ascoltare. Lo abbiamo fatto. Il senso di questa missione era prettamente conoscitivo. Volevamo capire cosa stava accadendo. Avevamo bisogno di parlare con i patronati e con gli enti di promozione di lingua e cultura italiana. È vero, siamo stati prima in Argentina e Brasile. E ci dispiace essere stati poco tempo in Venezuela, ma credetemi questo non significa che non diamo valore agli italo-venezuelani tanto che qui a Caracas c’è stata l’unica riunione aperta al pubblico. Il resto delle riunioni sono state di carattere privato, sia in Brasile che in Argentina.
Micheloni risponde con grande sincerità alle domande poste dai presenti, una sincerità che arriva ad essere anche cruda e dolorosa. Nessuna demagogia. Il senatore va diritto al punto e con grande chiarezza fa capire alla comunità che certe cose si possono fare ed altre no.
CITTADINANZA – : “Si voteranno emendamenti a breve, contiamo di chiudere entro l’estate. L’obiettivo è quello di semplificare il procedimento di naturalizzazione. Siano chiare due cose. In Italia nessuno sta regalando la cittadanza agli emigrati. Non regaliamo caramelle ed è giusto che sappiate che non è in atto nessuna penalizzazione per i figli di italiani nati all’estero. La seconda cosa importante da sapere è che essere figli di italiani non significa avere l’accesso automatico alla cittadinanza. Il punto massimo della discendenza è quello dei nonni. Gli altri non potranno avere la cittadinanza, semplicemente perchè è diventato uno standard europeo, l’Italia appartiene alla Comunità Europa e ne dobbiamo tenere conto”.
RAI – INFORMAZIONE: “Capisco le lamentele e capisco anche che in voi possa sorgere il dubbio che quando c’è un taglio di spese questo ricada sempre sugli italiani all’estero. Non è così. In realtà è tutto proporzionale. Quando si tagliano milioni all’estero, in Italia si tagliano miliardi Non dimentichiamoci che stiamo parlando di un paese che viene da sette anni di recessione economica. Per quanto riguarda la RAI, vi posso garantire che abbiamo fatto tanto perchè il problema è stato denunciato da tempo. Sono stato due anni in vigilanza e abbiamo più volte trattato l’argomento, soprattutto per quanto riguarda l’informazione di ritorno. Abbiamo
fatto anche un emendamento ma è rimasto lettera morta. Purtroppo non ci sono risorse. Non c’è da aspettarsi miracoli”.
ALITALIA – “ L’Alitalia è una compagnia privata, non possiamo intervenire su scelte aziendali private”.
DIRITTI UMANI – “Questa è una questione molto delicata. Stiamo studiando il modo in cui presentare il caso in Italia al di là dei singoli casi. È una questione che ci sta a cuore. Abbiamo premura di esporre la problematica in parlamento”.
OMOLOGAZIONE DEI TITOLI DI STUDIO – “Non è un problema sconosciuto. Ci sono difficoltà all’interno della stessa Comunità Europea. Si sta studiando una legge che possa omologare i vari titoli di studio all’interno dell’Unione Europea. E’ è una legge che deve fare il parlamento europeo”.
LINGUA E CULTURA – “Già da tempo stiamo studiando un meccanismo che possa gestire a livello globale la diffusione della lingua e cultura itaiana all’estero Non è una cosa semplice ed ha bisogno del suo tempo per essere realizzata. C’è l’idea di creare qualcosa di più efficiente utilizzando le risorse già presenti sui singoli territori”.
VALORIZZAZIONE DELLE RISORSE – “Questo è l’obiettivo di noi parlamentari eletti attraverso la circoscrizione estero. Crediamo fermamente che la comunità italiana residente all’estero sia una risorsa vitale per il nostro paese. Sono anni che ci battiamo in Parlamento per le nostre comunità . Ed è il motivo della presenza dei miei colleghi italiani qui. Vogliamo rendere più visibile il mondo degli italiani all’estero. E’ nostra intenzione sensibilizzare sulla questione anche i nostri parlamentari che non conoscono a fondo questa immensa realtà; questo pezzo d’Italia, fuori dall’Italia”.
(Gennaro Buonocore/Voce)