Borgo | Tremezzo, terra di mezzo. Il nome deriva probabilmente dalla posizione geografica centrale rispetto alla costa del Lario, a metà strada tra la Pianura Padana e il valico del Canton Grigioni.
Il piccolo Comune rivierasco è diviso in dieci frazioni: a lago Portezza, Azzano, Bolvedro, e Tremezzo che dà il nome a tutto il territorio. A monte troviamo Bolvedro Superiore, Balogno, Susino, Rogaro, Volesio, Intignano e Viano.
La Storia
196 a.C., Marco Claudio Marcello conquista la Gallia Cisalpina e quindi Como; nel 59 a.C. Cesare fonda la colonia di Novum Comum: i romani aprono la via attraverso le Alpi costruendo una strada lungo il lago.
880, il luogo è citato per la prima volta in un documento come Curte Tremecia; l’attuale nome compare soltanto intorno al Mille; nella Lombardia medievale fa parte del sistema difensivo dell’Isola Comacina, schierata con Milano; per questo nel 1169 è distrutta e incendiata dai Comaschi, appoggiati dal Barbarossa. Metà XVII sec., inizia il periodo di prosperità a cui si deve la maggior parte dei palazzi ancora esistenti; i documenti testimoniano un contatto costante tra le famiglie locali, arricchite con il commercio, e il resto d'Europa; i legami con la città di Amsterdam dove si compravano le merci della Compagnia delle Indie Orientali, ma anche con Francoforte, Strasburgo, Vienna, Budapest, Varsavia, Parigi, rendono la Tremezzina un punto di riferimento per la borghesia nord europea. XIX sec., la Rivoluzione Francese e le guerre napoleoniche portano alla decadenza molte famiglie e alla vendita dei loro palazzi a ricchi signori provenienti da Milano; alcune di queste ville, usate come residenze di campagna, tornano all’antico splendore; nuove ville sono costruite in riva al lago e dal 1850 sorgono i primi alberghi: per la sua suggestiva, serena, bellezza, il paese diventa una rinomata località turistica.
1915, la prima guerra mondiale interrompe l'attività turistica, ripresa con fatica alla cessazione delle ostilità; gli alberghi, usati come ospedali militari, sono restituiti ai loro proprietari con ritardo; tuttavia, questa presenza lascia tracce importanti nelle strade militari di montagna, nel tunnel e nelle trincee scavate in luoghi strategici.
Ville, giardini e borghi contadini
“Finalmente abbiamo scorto la deliziosa spiaggia di Tremezzina, le cui valli graziose godono del clima di Roma. I freddolosi di Milano, infatti, vengono a passarvi l’inverno; e i palazzi si moltiplicano sul verde delle colline, donde si riflettono sulle acque. È troppo chiamarli palazzi, ma è poco chiamarli case di campagna. È un modo di fabbricare elegante, pittoresco e voluttuoso, speciale ai tre laghi e ai colli di Brianza”. Così scrisse Stendhal nel resoconto dei suoi viaggi italiani, dopo aver visitato il lago di Como. Oggi come allora il soggiorno a Tremezzo è un incanto per i sensi, occasione per rilassarsi davanti alle meraviglie della natura e dell’ingegno umano. Noi dividiamo il nostro percorso in due parti: camminare tra i vicoli dei borghi in collina e visitare le ville storiche. Cominciamo da queste ultime. Richiede una visita approfondita la celebre Villa Carlotta (XVIII secolo), oggi museo con splendido giardino botanico. La passeggiata sul lungo lago passa per alcune delle ville più belle del territorio. Si comincia con il parco di Villa Mayer (oggi di proprietà comunale), risultato della ristrutturazione, a cura dell’architetto razionalista Pietro Lingeri, di una villa ottocentesca danneggiata da un incendio nel 1919. Bellissimo il parco a lago, in cui Lingeri ripropose il giardino all’italiana di Villa Colonna a Roma. Oggi il parco Teresio Olivelli è un’area attrezzata aperta al pubblico, dove è bello passeggiare, bere un bicchiere sulla terrazza della Darsena o prendere il sole vicino alla Tarocchiera. Ma Lingeri a Tremezzo è anche autore della particolarissima Villa Amila, simile a una nave in mezzo agli alberi: posta all’imboccatura del torrente Bolvedro e affacciata sul lago, fu edificata nel 1931-32 per conto dell’Associazione Motonautica Italiana Lario. Proseguendo verso Bolvedro si incontra Villa La Quiete.
Oggi residenza privata, fu fatta erigere all’inizio del XVIII secolo dai duchi Del Carretto, passò poi ai Serbelloni, che le diedero l’aspetto attuale, impreziosendola con il giardino all’italiana, la cancellata di ferro battuto, la scenografica scalinata a lago (1813). Esaurito il giro delle ville, possiamo andare alla scoperta dei borghi in collina. Il percorso più invitante della frazione di Tremezzo è quello che si sviluppa attorno ai Portici Sampietro. Sotto il porticato si trovano numerosi locali, bar, ristoranti e negozi di artigianato locale. Sulla riva di fronte all’imbarcadero si incontra la Chiesa di S. Bartolomeo. Dell’edificio originale, risalente al XII secolo, restano solo alcune parti della struttura in pietra. Il resto è il frutto di un restauro in epoca barocca. Da qui attraverso una serie di stradine in acciottolato si possono raggiungere i borghi collinari. Il primo è Rogaro, arroccato in un ambiente incontaminato con una magnifica vista sul lago. Il nucleo antico è costituito da case sei-settecentesce riunite attorno alla piazzetta barocca su cui si affaccia il Santuario della Madonna degli eremiti. Unico in Italia a portare il titolo di Madonna di Einsiedeln, o “degli Eremiti”, il santuario ha una storia da raccontare. Con la riforma luterana un gruppo di cattolici svizzeri fuggì dalla confederazione elvetica sconvolta da aspre tensioni religiose e si rifugiò sul lago di Como, portando con sé l’effige della Madonna Nera venerata nell’Abbazia di Einsiedeln. Ricavata da un tronco di ebano nero, la scultura ha probabili origini orientali.
La Festa del Santuario si tiene ogni anno, la terza domenica di ottobre. Da Rogaro e da Brughée si diramano i sentieri montani che conducono ai Monti di Nava, al Monte Crocione e a San Martino sopra Griante. Volesio e Balogno sono due piccoli borghi collegati da un acciottolato. Al centro dell’abitato si trovano alcuni palazzi signorili di fine Seicento circondati da campi e case coloniche, percorsi da viottoli con arcate e cunicoli per l’accesso ai fondi oltre un torrente, vicoli interni con larghi scalini acciottolati. La chiesa di San Pietro è a struttura romanica preceduta da un portico. Restaurata nel 1732 circa, è ancora in buono stato. La navata unica è in stile barocco con pavimentazione originale. Alle pareti sono posti due dipinti secenteschi, il presbiterio risale al Settecento. Meritano una visita anche tutti gli altri piccoli borghi.
Il prodotto del borgo
E’ il missoltino, detto anche misulten. Si tratta dell’agone, pesce di lago essiccato al sole, salato e aromatizzato con alloro, che nella tradizione era conservato per i mesi invernali e servito con fette di polenta grigliate. E’ parte integrante della gastronomia locale e oggi viene servito normalmente come antipasto.
Il piatto del borgo
La gastronomia lariana è legata ai prodotti che offrivano la terra e il lago. Polenta di mais e farina, farina di grano saraceno, latticini, zuppe di verdure, pesce. Piatto forte della tradizione è il risotto al pesce persico. Si tratta di un risotto all’onda servito con filetti di pesce persico dorati nel burro e aromatizzati con salvia. Nelle cucine della Tremezzina è molto diffuso in stagione l’asparago, prodotto tipico della frazione di Rogaro. Tra i dolci il paradell, frittella rotonda, grande, ripiena di mele, servita con zucchero spolverizzato.
Fuente: Club I borghi più belli d'Italia, 14 de Septiembre de 2010