Poppi, nel mistico e guerriero Casentino
Poppi, nel mistico e guerriero Casentino

Borgo | Il toponimo Poppi sembra si possa far risalire ad una fase della storia linguistica anteriore all'VIII secolo a.C., denominata fase mediterranea comune o tirrenica.

 

Secondo questa ipotesi, oggi tra le più accreditate, il toponimo deriverebbe da poplo, cioè poggio, colle, rilievo.

La Storia

1169, un contratto stipulato in castro de Puppio in loco Casentino tra due soldati e l'abate di Strumi è il primo documento che ricorda il castello di Poppi.

1196, Guido Bevisangue, il primo dei conti Guidi di Poppi, viene nominato dall'imperatore Arrigo VI "conte di tutta la Toscana". Poppi, grazie al progressivo rafforzamento della dinastia dei Guidi, assume il ruolo di capoluogo politico e amministrativo del Casentino, che conserva anche sotto il dominio della Repubblica fiorentina, per la quale molti dei conti Guidi rivestirono cariche politiche e militari.
1440, con il tradimento del conte Francesco, che si schiera con le truppe del duca di Milano contro la Repubblica, termina il dominio dei Guidi in Casentino. L'esercito fiorentino pone l'assedio a Poppi e il conte Francesco deve capitolare. I Guidi sono esiliati dal Casentino e Poppi passa sotto il diretto controllo di Firenze.
1498-99, Poppi è l'epicentro delle guerre tra Firenze e Venezia.
1630, la popolazione è decimata dalla peste.
1860, fino all'unità d'Italia, il territorio di Poppi ha continuato a seguire le vicende di Firenze, prima Repubblica, poi Signoria e infine Granducato di Toscana.

Il castello dei conti Guidi, i portici e i palazzetti del borgo

Poppi è posto al centro del Casentino, una valle tra le più belle della Toscana.

Il borgo medievale è una rara città murata alla cui sommità signoreggia il Castello dei Conti Guidi, opera della celebre famiglia di architetti Di Cambio e "prototipo" di Palazzo Vecchio in Firenze.

Costruito nel XIII sec., è caratterizzato da una facciata a bifore, al centro della quale si stacca un'alta torre, e circondato da mura di cinta con merli guelfi e da un ampio fossato. Grazie a costanti restauri nei corso dei secoli, il castello di Poppi si trova attualmente in eccellenti condizioni di conservazione.

Al suo interno, la Biblioteca Rilliana, ricca di centinaia di manoscritti medievali e di incunaboli.

Altro elemento di assoluto rilievo è la cappella dei Conti con un ciclo di affreschi trecenteschi attribuiti a Taddeo Gaddi, allievo di Giotto.

Scendendo dal castello si incontra la Propositura dei Santi Marco e Lorenzo (sec. XVIII) che ospita opere del Ligozzi e del Morandini.


Davanti a questa, nella piazza principale, è visibile un raro esempio di barocchetto toscano, l'oratorio della Madonna del Morbo (sec. XVII), edificio a pianta esagonale con cupola a squame cinto da un delizioso portico.

Al suo interno una pregevole Madonna con Bambino di Filippino Lippi.

Proseguendo per il borgo maestro fiancheggiato da portici - elemento architettonico raro in Toscana - si giunge alla Badia di S. Fedele (sec. XI), ricca di opere d'arte che risaltano dalle nude pareti in pietra, tra le quali un crocifisso giottesco, la splendida tavola trecentesca della Madonna con Bambino e dipinti di Jacopo Ligozzi, Portelli, Davanzati, Francesco Morandini e Solosmeo.

Infine, il monastero delle Agostiniane (sec. XVI), conserva pregevoli terrecotte robbiane.

La visita può concludersi con una passeggiata lungo la cinta di mura medievali, dalle quali si può ammirare il panorama della campagna toscana.

Il prodotto del borgo

è il celebre "panno lana", originario di Stia ma diffuso in tutto il Casentino, con tessitura artigianale e un punto vendita anche a Poppi.

Il panno Casentino, indossato in origine dai monaci e dai montanari, è giunto a noi in una varietà di tinte che privilegia i tradizionali colori arancione e verde.

Il piatto del borgo

Il tortello di patate differisce dal raviolo solo nel ripieno: al posto di spinaci e ricotta, qui c'è l'incomparabile tubero Dop del Casentino.